Ucraina by Francesco Maria Feltri

Ucraina by Francesco Maria Feltri

autore:Francesco Maria Feltri [Feltri, Francesco Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Infinito
pubblicato: 2017-01-14T23:00:00+00:00


​Una democrazia debole, in una terra di sangue

Vi ricordo ora un particolare. La prima fase della Shoah in Ucraina, nel 1941, è stata particolarmente truculenta e confusa. Negli anni Novanta, quando il paese era da poco indipendente, vi fece un viaggio di studio un sacerdote cattolico francese, Patrick Desbois 2, che aveva avuto il nonno (non ebreo) deportato in un lager ucraino, in quanto membro della resistenza francese. Nel villaggio che si trovava nei pressi del campo di suo nonno, si radunarono numerose persone ormai anziane che gli dissero: “Ma lei vuole davvero sentire delle storie della seconda guerra mondiale? Noi avevamo 15 anni, ma c’eravamo, ci ricordiamo perfettamente”.

Il risultato è che Desbois ha raccolto un archivio impressionante di storie orali e, soprattutto, ha scovato più di 500 fosse comuni di cui si ignorava l’esistenza, obbligando gli specialisti a ripensare tutti i numeri. Questo dimostra ancora una volta quanto confusa e complessa sia questa storia. Uno dei volumi più interessanti usciti recentemente sull’Europa orientale è intitolato Terre di sangue3 ed è una ricostruzione delle vicende di Polonia, Bielorussia, Ucraina e Paesi Baltici, cioè di quella striscia che va dal Baltico al Mar Nero e che ha visto gli orrori dello stalinismo, della seconda guerra mondiale, dell’occupazione sovietica post-bellica.

Ora, questo è il quadro che in qualche modo siamo riusciti a delineare: un’Ucraina che durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale vive, in larga misura come conseguenza dell’esperienza traumatica del 1932-33, una situazione caotica, confusa, alla quale dobbiamo aggiungere, come ulteriore dettaglio importante, la questione della Crimea.

La Crimea è un penisola che viene occupata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e che, fino a quel momento, aveva fatto parte della Russia. In prevalenza, gli abitanti della Crimea erano ancora i discendenti dei mongoli, gli invasori che avevano raso al suolo la Kiev medievale e dominato la Russia per un paio di secoli. Questi mongoli venivano chiamati in vari modi, tra cui Tartari (storpiatura, nelle lingue europee, di Tatari) perché la loro ferocia era talmente impressionante che sembravano vomitati dall’inferno, cioè appunto dal Tartaro.

Dopo la seconda guerra mondiale, i Tatari di Crimea vennero accusati da Stalin di aver collaborato con gli occupanti tedeschi, furono deportati in massa e sostituiti con popolazione in larga misura russa e in misura minore ucraina. Nel 1954, poi, Krusciov prese un’altra importante decisione, quella di cambiare la collocazione amministrativa della Crimea, che dunque, da quel momento, non fece più parte della Repubblica Russa, ma della Repubblica di Ucraina. Faceva però sempre parte dell’Unione Sovietica; è come, per capirci, se una contea dallo stato dell’Arizona passasse sotto lo stato della California. A quell’epoca, dunque, questa decisione non suscitò grandi problemi, perché in ultima analisi era tutta Unione Sovietica. Ovviamente, il cambiamento diventò determinante nel 1991, quando la Crimea, essendo parte integrante dell’Ucraina, entrò a far parte del nuovo stato indipendente. Si trattava però di una situazione ibrida, perché nel porto di Sebastopoli rimase la flotta da guerra russa.

Quando sono improvvisamente venuti a mancare i mercati dell’URSS e



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